In manette tre uomini con l’accusa di estorsione ai danni dei familiari di Michael Schumacher. Scopriamo il motivo che fa riflettere.
Dove può arrivare la cattiveria umana? Quando dobbiamo vergognarci dei nostri simili capaci di sfruttare il dolore altrui per arricchirsi? Al peggio non c’è mai fine, purtroppo questa considerazione è vera e lo dimostra il tentativo di estorsione ai danni dei familiari del grande pilota Michael Schumacher.
Michael Schumacher è stato uno dei più grandi piloti di Formula 1 di tutti i tempi. Con Lewis Hamilton è il più vincente della storia della Formula 1 con 7 titoli mondiali. La sua vita è cambiata drasticamente a causa di un incidente sugli sci il 29 dicembre 2013 a Meribel, Alpi francesi. Anni di cure hanno portato a miglioramenti della sua salute ma le notizie che arrivano sono frammentarie e poco specifiche.
Il trauma cranico e l’emorragia cerebrale provocate dalla caduta lo hanno indotto in uno stato di semicoma. Dopo varie operazioni e tentativi di ripresa, oggi Michael si trova nella casa di Gland protetto dalla famiglia. Jean Todt in una vecchia intervista ha parlato di un Michael diverso, con una vita differente. Non ha aggiunto nient’altro. Anni di sofferenze e di lotte resi ancora più difficili dai tentativi di ricatto ed estorsioni.
Per le foto dell’incidente sono stati chiesti milioni di euro ai familiari del grande pilota automobilistico. La riservatezza della famiglia e il senso di protezione nei confronti di Michael hanno spinto alcuni criminali ad approfittarne cercando facili guadagni. Sono stati chiesti soldi per la non pubblicazione delle foto di Schumacher dopo l’incidente sugli sci.
Un primo tentativo di estorsione è stato registrato nel 2017 e si è concluso con la condanna di un ragazzo che ha cercato di ottenere 900 mila euro minacciando l’incolumità dei figli di Michael e Corinna. Un editore tedesco, invece, è stato condannato ad un risarcimento di 200 mila euro per aver pubblicato una falsa intervista al pilota. Ultimamente, poi, è spuntato fuori un nuovo tentativo di estorsione.
Il ricatto consiste nella minaccia di diffusione nel dark web di alcune foto private del pilota, anche dopo l’incidente. La Polizia tedesca ha subito avviato un’indagine che ha portato al momento all’arresto di tre uomini. Un padre e un figlio residenti in Assia rintracciati tramite i file inviati alle vittime più un membro del team di sicurezza che avrebbe collaborato con i truffatori fornendo informazioni riservate in cambio di una percentuale. Se le accuse dovessero essere confermate rischiano fino a 5 anni di reclusione.
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